Il destino dei libri
Una lettera-commento al romanzo "Cosa Bruciano le Stelle"
di Donato Consiglio
Un libro deve avere in sé
qualcosa da trasferire al suo lettore, altrimenti è solo carta
disegnata con parole senza significato.
Inoltre, ogni libro deve poter
incontrare il suo lettore.
Ciò premesso, cosa mi ha
detto il tuo racconto: ecco la mia chiave di lettura.
Personalmente vi ho colto il disagio del vivere, che è sotto gli occhi di tutti, anche se nessuno pare abbia intenzione di prenderne atto. Ogni aspetto della nostra realtà è dilaniato al suo interno ma le nostre società non vogliono prenderne coscienza. E allora cerchiamo di sfuggire la realtà, pensando di trasferirci su altri pianeti, altri mondi, diversi da questo ma in realtà perfettamente identici all’esistente. Identici perché non vogliamo accettare che siamo stati noi a portarlo al punto a cui è arrivato, a non essere più in grado di sostenere la vita. E già la nuova colonia, sul nuovo pianeta, sembra soffrire sin dall’inizio degli stessi mali e sempre per responsabilità dell’agire degli uomini. Ma ho l’impressione che pure l’autore sia stato tratto in inganno. Viene tratteggiato un mondo nuovo esclusivamente al femminile: la ragazzina (Teresa) e la d.ssa Kobe. Lei è la figura che alla fine vincerà, la giovane ragazza, la futura donna.
Al contrario del povero Oleg.
E’ lui il ramo fragile
dell’umanità, e infatti fugge, e alla fine morirà, non potrà
partecipare alla reinvenzione della vita nella colonia, sul nuovo
pianeta.
E’ questo il messaggio che
ho colto: la sostituzione di un potere con un altro. Per dirlo con
altre parole: tutto deve cambiare perchè nulla deve cambiare: si
salva solo il potere!
Come vedi, leggendo un libro
il lettore lo riscrive, mettendoci dentro le storie che gli
appartengono. A volte possono somigliare a quelle dell’autore, ma
non avviene quasi mai. Ma forse è solo questo il destino dei libri.
Commenti
Posta un commento