«Esattamente dov’è che siamo diretti?».

«Esattamente a farci un giro in un posto molto simile a questo»



Carissimi lettori,

qualche mese fa ho cominciato un viaggio straordinario: un viaggio fatto di lettere e parole, ma pur sempre un viaggio. Non sapevo dove sarei arrivato, ma questo è la parte più emozionante di tutta la faccenda, secondo me: che all’inizio non si sa mai.

Non sapevo in quale lido sarei approdato, ma sapevo molto bene da quale porto ero salpato: da un piccolo pianeta in periferia della via Lattea, in compagnia di alcuni amici.

Nel giro di poche pagine, sono stato catapultato lontano, oltre l’atmosfera, oltre un sistema di pianeti danzanti e smarriti, un pochino almeno, in un abisso misterioso e imperscrutabile.

E mentre viaggiavo mi sono immerso in un mondo molto simile al nostro, dove la gravità era un po’ più bassa e il paesaggio talmente infinito e identico che, pareva, che una mano invisibile l'avesse riempito con un'unica texture. Ho fatto incontri straordinari. Ho visitato nuovi posti. Ho ascoltato soprattutto la storia che Teresa aveva da raccontarmi dandomi da fare per trovare la parola giusta per concludere la frase o il pensiero che aveva dentro

.


 E alla fine, quando sono rientrato, perché sono rientrato, mi sono ritrovato con un libro tra le mani. Non mancava nulla. C'era tutto, un trama, una copertina, un titolo...

E poi qualcuno disposto ad attraversare con me questa storia.




Pronti per il conto alla rovescia? Si parte. L'ultimo che arriva è una scamorza affumicata. 

Daniele 



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