Checco Zalone. SOLE A CATINELLE: Si ride per i primi venti minuti, poi...
Oscar Wilde diceva che il peccato originale dell'uomo è quello di prendere troppo sul serio se stesso. Sono troppo "bacchettone" se dico che su certi argomenti bisogna andarci piano?
Sole a catinelle |
Come un buon comico, Checco Zalone nel suo ultimo film "Sole a Catinelle" non risparmia nessuno: la crisi economica, le centinaia di migliaia di lavoratori che perdono il lavoro ogni mese, gli omosessuali, il lavoro degli psicologi e delle insegnanti, le donne, l'eutanasia, e perfino le proprie radici culturali. Ma lo fa senza nessuna profondità, per strappare una risata sul momento, una risata dal gusto un po' amarognolo, perché in quella risata, ditemi pure quello che volete, io non mi riconosco.
Personalmente preferisco di gran lunga la famiglia ipotizzata dal regista Luc Besson nel suo ultimo film Cose Nostre: famiglia di mafiosi, certo poco incline alle buone intenzioni o alla convivenza pacifica, ma più rappresentativa secondo me, per almeno due motivi.
Primo: se la prende solo con chi
"ostacola" gli affari della "famiglia" e quindi a prevalere
è il senso del noi e non dell'io.
Secondo: se la prende con
persone che una bella lezioncina se la meriterebbero per davvero! Per
capirci: se dal rubinetto di casa mi uscisse l'acqua marrone e nessuno volesse
ascoltarmi... beh... anche io sarei tentato di prendere a martellate qualcuno.
Se devo dirla tutta, a Checco preferisco anche l'umorismo
dei soliti idioti, un umorismo che sì lascia disgusto, ma che alla fine ottiene
quello che si merita, vale a dire una clamorosa sconfitta!
Checco Zalone invece vince: nonostante
il suo voler essere ostinatamente ignorante, il suo egoismo, la sua volgarità,
la sua mancanza di spessore emotivo, a meno che le cose non lo riguardino
personalmente, la sua visione perennemente ottimistica della vita, nonostante
il suo essere un pessimo padre e un pessimo marito, nonostante tutto ciò, alla
fine ottiene ciò che vuole e senza nessuna fatica. Riesce perfino a sconfiggere
il mutismo selettivo di un bambino (scusate, sono un educatore professionale e
qui mi sento punto sul vivo) semplicemente parlando un po' più ad alta voce!
Io
forse sarò troppo "bacchettone" ma non sono un extra terrestre: anche
a me piace ridere e si passi pure la presa per il culo.
Ma
Checco: tu sei laureato e dovresti sapere che non è sempre così semplice.
Davvero ci credi così scemi?
Daniele
Primo: se la prende solo con chi
"ostacola" gli affari della "famiglia" e quindi a prevalere
è il senso del noi e non dell'io.
Secondo: se la prende con
persone che una bella lezioncina se la meriterebbero per davvero! Per
capirci: se dal rubinetto di casa mi uscisse l'acqua marrone e nessuno volesse
ascoltarmi... beh... anche io sarei tentato di prendere a martellate qualcuno.
Se devo dirla tutta, a Checco preferisco anche l'umorismo
dei soliti idioti, un umorismo che sì lascia disgusto, ma che alla fine ottiene
quello che si merita, vale a dire una clamorosa sconfitta!
Checco Zalone invece vince: nonostante
il suo voler essere ostinatamente ignorante, il suo egoismo, la sua volgarità,
la sua mancanza di spessore emotivo, a meno che le cose non lo riguardino
personalmente, la sua visione perennemente ottimistica della vita, nonostante
il suo essere un pessimo padre e un pessimo marito, nonostante tutto ciò, alla
fine ottiene ciò che vuole e senza nessuna fatica. Riesce perfino a sconfiggere
il mutismo selettivo di un bambino (scusate, sono un educatore professionale e
qui mi sento punto sul vivo) semplicemente parlando un po' più ad alta voce!
Io forse sarò troppo "bacchettone" ma non sono un extra terrestre: anche a me piace ridere e si passi pure la presa per il culo.
Ma
Checco: tu sei laureato e dovresti sapere che non è sempre così semplice.
Davvero ci credi così scemi?
Daniele
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